Si fa presto a dire “ibrido”…
In ambito tecnologico con la parola “ibrido”si intende l’integrazione tra diversi componenti con la quale ottenere la gestione ottimale di un sistema più complesso (ad esempio in un circuito elettronico).
Analogamente nell’automotive con ibrido si intende un veicolo che affida la trazione a due diversi tipi di motore: a combustione interna (diesel o benzina) ed elettrico; questo permette di ottenere una rendita maggiormente efficiente in termini di consumi e di riduzione le emissioni.
E’ importante però ricordare che esistono fondamentalmente tre tipi di auto ibride e che le differenze tra l’una e l’altra sono sostanziali.
Híbrido suave
Le auto mild hybrid (MHEV: Mild Hybrid Electric Vehicle) vengono anche definite “ibrido leggero” in quanto il motore elettrico ha un ruolo minore e non è in grado di trainare in autonomia la vettura.
Il supporto del motore elettrico si attiva quando l’auto ha bisogno di meno potenza ossia in fase di decelerazione o rallentamento, mentre per la marcia a pieno regime è necessario l’uso del motore termico. Il motore elettrico entra in funzione anche quando l’auto è ferma, ma non spenta, o quando vengono inserite marce a bassa velocità. Questo binomio permette di abbassare i consumi dell’auto (fino a circa il 15%) rispetto ad un veicolo solo termico e di conseguenza abbassare anche le emissioni totali del veicolo.
L’energia usata dal motore elettrico viene raccolta soprattutto tramite la frenata rigenerativa. In questa fase l’energia genera andrebbe dispersa, mentre invece viene accumulata in una specifica batteria.
Le autovetture con sistema MHEV, seppur considerate ibride leggere, possono godere dei vantaggi pratici che ne conseguono: accesso alle ZTL ed incentivi all’acquisto.
Esempi di auto mild hybrid sono Fiat Panda e 500.
Híbrido completo
Per questo tipo di vetture il motore elettrico è in grado di trainare il veicolo autonomamente ed è abbinato ad un pacco batterie di capacità maggiore rispetto ad una mild hybrid.
Particolarmente adatte alla guida urbana, dove le ripartenze e le frenate (che ricaricano la batteria elettrica) sono la norma, con questo uso viene utilizzato in gran parte il solo motore elettrico con un impatto tangibile su emissioni e consumi.
Al contrario su lunghi tratti a velocità sostenute (ad esempio in autostrada), visto il maggior peso complessivo dovuto al pacco batterie, il motore elettrico non potrà imprimere la spinta necessaria a trainare da solo l’automezzo e dovrà intervenire pertanto il motore termico. In ogni caso però, il supporto del motore elettrico permetterà di ottenere prestazioni superiori a parità di consumi.
Esempi di auto full hybrid sono la Kia Niro Hybrid e la Renault Clio E-Tech Hybrid.
Plug-In Hybrid
Autovetture plug-in hybrid (PHEV: Plug-In Hybrid Electric Vehicle). Si tratta della forma migliore di ibridazione perché la batteria ha una capacità maggiore rispetto alle full hybrid. Inoltre la batteria può essere ricaricata direttamente da colonnina o da wallbox, che sono gli unici modi per ricaricarla al 100%; da qui il nome plug-in.
I veicoli plug-in hybrid rappresentano l’apice delle auto ibride: offrono significativi vantaggi nei consumi e nelle emissioni e inoltre il motore elettrico può dare un grande contributo anche sulle lunghe distanze, eliminando il principale limite di una full hybrid.
Esaurita la carica del motore elettrico, che garantisce in media un’autonomia di 50-60 km, interviene il motore termico.
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